sabato 14 gennaio 2012

C'est la vie!

http://www.youtube.com/watch?v=WbN0nX61rIs&ob=av3e

Tipica canzone da weekend. Al massimo volume al mio stereo, io, ferma alla mia scrivania a lasciarmi trasportare da queste note. Eppure, questa canzone, mi ricorda tanto la collina, quelle valli piacentine ammirate qualche settimana fa insieme alla mia macchina fotografica. Bloc-notes, penna, un libro e...via.
Niente pensieri, niente parole, niente complicazioni, solo musica e basta.

Lasciati trasportare dalle onde della vita.

E non importa se mai arriverai alla riva, se incontrerai scogli, se durante il tuo naufragio non incontrerai favolose sirene, pirati affascinanti, non importa se non sarai colpito da particolari spettacoli, perchè l'importante è lasciarsi cedere alla vita, al mare, al naufragio dell'esistenza. E riaffiorare piano piano, senza l'aiuto di nessuno, assaporando momento per momento l'odore delle lacrime, leccandole, amando segretamente il colore del dolore, la sua forma, per riuscire a tornare a galla consapevole che sprofondare non serve a nulla.

Shake it out, shake it out, shake it out.



Riaffiora come i fiori sbocciano, come le stelle cadono, come la gente ama senza domande, senza risposte, senza 'se' e senza 'ma'.
Ed inebriatemi di belle parole, di poesia, di cultura, di arte, perché in fondo sono un'inguaribile romantica, un'amante nata, io alla vita mi sono lasciata cedere troppe volte...e sapete cosa vi dico? 
Io me ne sto a galla tutta la vita, con le braccia aperte ad aspettare il mio bagnino....o solo un raggio di sole che mi faccia venire voglia di risalire alla spiaggia ad asciugarmi un po'. 
Resterò sempre sul bagnasciuga, intenta ad acchiappare spiragli di vita, emozioni scappate alla vera realtà, intenta a spargere il mio profumo, come nelle pubblicità. Solo che questa è la mia vita.

I can never leave the past behind

Eppure, non faccio niente per migliorare. Forse, perché voglio trascinarmi il passato a fianco, come se fosse presente, perché ultimamente ho vissuto ogni carpe diem, fino in fondo e se mi chiedessero: "Torneresti indietro e rifaresti tutto quello che hai fatto, sbagli, gioie, lacrime e dolori?" Io risponderei: "Sempre e per sempre". E' la mia vita, è tutto quello che ho, tutto quello che mi appartiene davvero, l'unica cosa che è veramente mia, intoccabile, condivisa solo con me stessa.
E se per caso un giorno lei ti affronta mettendoti in circostanze in cui ti sentiresti in difficoltà, apprezzala e come sempre...cogli l'attimo. E rendi la tua vita un capolavoro....Questo l'ha detto il mitico prof. Keating!
Perchè la vita, cari ragazzi, è come il film...la vita è un attimo fuggente, un attimo apparentemente eterno, un attimo che merita attenzione e amore. 
Un attimo che non conosce passato, presente e futuro. Perché è proprio un attimo che non fa discriminazioni di tempo...e che ci aiuta 24 ore su 24 alla realizzazione dello spettacolo più bello.
C'est la vie....merveilleuse!

martedì 10 gennaio 2012

Prendila così

Immaginatevi la classica ragazza né troppo brutta né troppo bella, stesa sul divano in pelle bianco a sorseggiare una dolce tisana ai frutti di bosco, mentre ascolta "Besame Mucho" cantata da Diana Krall. Ora immaginatevi che quella ragazza abbia voglia di ballare un po', in silenzio, al buio, senza troppi giudizi.
Eccomi qui, come sempre. Il mio 2012 è iniziato sulle note di Lucio Battisti, con la sua "Prendila così". Esatto, prendiamola così, "non possiamo farne un dramma"...

"E siccome è facile incontrarsi anche in una grande città  e tu sai che io potrei purtroppo non esser più solo, cerca di evitare tutti i posti che frequento e che conosci anche tu, nasce l'esigenza di sfuggirsi per non ferirsi di più".
Mille flashback percorrono la mia mente: in campagna a vedere le stelle, baci rubati nel parco ducale, e poi tante promesse, mai mantenute, poesie strappate, bocche assetate d'amore, cuori dispersi e vagabondi, sogni infranti tra scaffali della biblioteca. 
Ma come dice Battisti non possiamo farne un dramma, prendiamola così, si va avanti, ci si nasconde o meglio ci si evita, per non farci male, per non illuderci che ci sia futuro, perchè tra le persone sbagliate non esiste destino.
E facciamo finta di niente, non è successo nulla, ricominciamo esattamente da dove avevamo interrotto tutto. Ah già, ora mi ricordo. Era un caldo pomeriggio d'estate e io uscivo felice consapevole che niente era al posto giusto ed era perfetto così. Riprendiamo da lì, da quei momenti di serenità, di tranquillità, di pace, riprendiamo da quel giro in macchina in montagna, mentre osservavo l'orizzonte presa da chissà quale ispirazione.
Riprendiamo da quei sorrisi rimandati, da quei libri letti a metà. 
Meritano un finale, come la nostra vita. 

lunedì 9 gennaio 2012

"Spiragli di emozioni, intrecci di respiri"

Nuovo libro, nuove emozioni, nuove poesie.
Tutto questo in "Spiragli di emozioni, intrecci di respiri", la mia ultima pubblicazione.
Domani, vi scrivo qualcosa dal mio liceo. Per ora vi saluto, vado a ripassare greco! :)

domenica 8 gennaio 2012

Senza senso

3° premio letterario nazionale “Città di Monza” 2011

SENZA SENSO

Storie già sentite, già vissute,
bocche amare, assetate d'amore
mari ed oceani pieni d'acqua in fuoco.
Quanti sottili e taglienti ruscelli
per arrivare alla foce del mio cuore,
io, persa, annegata dal pallido sole
di questo mare di bugie e finzioni.
Taglio pergamene di fragilità
e ne faccio ventagli per il freddo gelido
della mia lunga e tormentata vita.
Sono ghiaccio che si scioglie lentamente
muoio senza un uomo, senza un senso,
senza ricordi infrangibili che scorrono,
avida li temo, li frantumo, li spezzo.
Gelosa della mia dolce metà
vago disperata senza trovarla
e dietro a squallidi sorrisi
graffio, distruggo, incendio
capolavori di imperfezione.

sabato 7 gennaio 2012

Uomini

Menzione d’onore del concorso nazionale di poesia “Città di Martinsicuro” di Teramo



UOMINI


Gli uomini sono animali,
predatori o cacciatori
ladri di corpi e di emozioni
pittori erotici per natura e non per passione,
provocatori fino alla morte,
investigatori del bello
e critici del profondo.
Gli uomini, fiori già sbocciati
attendono le api,
assetati di bocche
vogliono l'orgoglio.
Uomini liberi.
Folleggiano in bilico
hanno cuori di ghiaccio...
Per loro il sole non esiste,
vogliono il buio, il silenzio
per realizzare le loro finalità.
Compimenti di noi donne.
Selvaggi conquistatori.
Noi donne fragili
cadiamo nelle loro trappole,
ci illudiamo dei loro baci
ma poi graffiamo la loro pelle.
Io, immobile, aspetto l'uomo.
Io preda, vittima di violenza emozionale.

Cara Letteratura...

2° premio del concorso nazionale di poesia “Villa Vicentina” di Udine

CARA LETTERATURA

L'amo.
L'amo senza ragione.
L'amo perché è bella,
perché è affascinante,
perché è curiosa,
coraggiosa,
spavalda,
libera,
realista e surreale,
comica e pessimista.
L'amo perché ha mille facce,
ma è sempre la stessa.
L'amo al mattino,
appena svegliata,
quando il suo suono è leggero
e sa d'amore, amore, amore...
L'amo di pomeriggio,
davanti a un caffè,
perché occupa il mio tempo,
con tranquillità e passione.
L'amo più di tutto di sera:
È nuda, sola, profuma di chissà cosa,
l'amo perché non c'è bellezza migliore
perché ogni volta è diversa
perché ha mille strade, mille viaggi,
mille piegature di quotidianità.
L'amo perché è vecchia,
conosce l'intera umanità.
Semplicemente l'amo
e non so perché,
so solo che
c'è un tempo per amare
e questo è.

Cara vecchia letteratura,
non ho parole,
tu ne hai già troppe.
Semplicemente... ti amo.

Paura

2° premio del concorso nazionale di poesia “Write and Sing” di Rieti



PAURA

Voglio essere onda miracolosa
voce silenziosa
coperta buia e fredda.
Sono segno di cambiamento
testimone di bocche
cacciatrice di emozioni.
Attorno a me il vuoto, morto tutto
ceduto i muri, le stanze, la quiete.
Ovunque vada
i dolori mi seguono
le ombre mi perseguitano
io, lentamente cado
e mi addormento tra la nebbia.

Tormento

2° premio del concorso nazionale "Mario Mosso" - Torino

TORMENTO

Come ghiaccio,
è freddo questo giorno
solo, triste, innevato.
Non c'è luce, non c'è buio,
non c'è vuoto che si possa spiegare.
Sono dispersa, sconvolta,
amante del nulla.
Violento il silenzio,
imploro il lontano bagliore di vita.
Mi confondo tra la notte,
tra i peccati degli amanti,
tra baci rubati, proibiti.
Sono ombra di paura,
traccia di mille aromi.
Mille diversi odori, sapori, questa sera.
Mille diversi caffè, in questa notte dimenticata.
Sono incubo previsto, sofferto,
sono castigo del dolore, amato, voluto, desiderato...
Mi perdo lentamente questa notte,
nel letto, sola, con la nuda
impronta delle tue carezze.
Ora, rimpiango i peccati proibiti
i gatti randagi, selvaggi, ribelli.
Piango e ti ricordo, giovane tormento
crudo e spietato.

IL FASCINO DI ALESSANDRO D'AVENIA




Alessandro D'Avenia sfoglia il suo libro, come un giovane studente, con l'aria da sognatore (chissà poi se è proprio lui il Sognatore del suo libro), guarda il pubblico e sorride a chi lo scruta con timidezza. Ascolta attento mentre si leggono alcuni passi del suo libro e poi, invece che applaudire se stesso, applaude il professore Gromi per l'eccellente lettura. Sono i docenti Balordi e Bruzzone ad introdurre l'incontro, mentre Bruzzone descrive gli adolescenti spesso disagiati, Alessandro ride.
“Bisogna cogliere il mondo intimo dei ragazzi” dice Bruzzone.
Mentre si leggono alcuni passi dell'indescrivibile romanzo “Bianca come il latte, rossa come il sangue”, l'autore sorride, forse contento del suo libro e di quello che ha scritto.
Dopo le introduzioni, tocca a lui parlare. E per la prima volta vedo il suo volto e odo la sua voce...e silenziosamente mi innamoro del modo di fare degli scrittori, forse perché quel modo appartiene un po' anche a me. Una voce giovane, la sua, un giovane scrittore, quasi un ragazzino, il classico prof. Di cui ci si potrebbe innamorare, e anche facilmente. “La scuola è la relazione tra studenti, docenti e genitori” dice. Oltre ad un'immensa profondità, Alessandro si è mostrato simpatico, brillante, socievole, timido nel suo coraggio, serio nelle sue battute.
Alessandro non solo scrive, insegna Lettere e Latino ad un liceo a Milano, il che si è dimostrato l'avverarsi di un grande sogno. Scherza delle vicissitudini di ciò che capita a scuola, quando dopo un'interrogazione, uno studente gli chiede: “Prof, ma ce l'ho sotto o sopra?”, e via con le metafore megagalattiche. Il suo libro ha un anno e mezzo di vita ed è già stato tradotto in tantissime lingue, tant'è vero che lui stesso afferma: “Non ne posso più”.
“Il bello di scrivere un libro, è lasciarlo lì, non parlarne eccessivamente.”
“I problemi educativi nascono principalmente dalla perdita di memoria. L'importante per gli adolescenti non è essere amati, ma sentirsi amati. Cosa vale la pena conservare per gli adolescenti? La fame di senso”.
Dolci le parole, profondo il significato. Io non so a che “categoria” appartengo: se sono troppo vecchia d'animo per descrivermi adolescente o troppo giovane per qualificarmi già come un adulto. Sicuramente concordo con le parole di Alessandro, ma sono certa che anche le cose senza senso, hanno un senso. Come è anche possibile che nel nulla ci sia qualcosa, come è anche possibile che nella morte ci sia una rinascita. Io non ho principalmente fame di senso, io ho fame di vita.
“La prima volta che avete fatto l'amore con un libro è indimenticabile, quando restate svegli per finire di leggerlo, perché volete sapere come finisce. I giovani cercano un cuore intelligente. E bisogna andarli a prendere, questi cuori. Il bianco, che spesso è presente nel libro, è il colore della vertigine”. Anche io spesso faccio l'amore con i libri e la cosa mi piace molto. È un'emozione che fa capire la bellezza dei libri. Io me ne sono perdutamente innamorata e più provo a distaccarmi da questo mondo e più non ci riesco. Sono intrappolata con catene libere di scrivere e di leggere. Sono intrappolata in questo mondo che mi divora sempre più e a me piace “morire” in questo modo. Alessandro è sicuramente un anticonformista, soprattutto un insegnante anticonformista, che vuole taccuini ricchi di pensieri dei suoi alunni, vuole che si ascoltino canzoni, vuole spiegare la letteratura e il latino nel miglior modo possibile: trasmettendo la passione e l'amore per tali materie, che, se vengono trattate con troppa pesantezza, rischiano di essere odiate e di non essere amate come dovrebbero. E lo dice una, che in mezzo al mondo umanistico, non solo ci vivere, ma ci nuota, ci sguazza, ci dorme, ci sogna, ci...tutto!
“Il problema è che la generazione di oggi è già cinica a 15 anni. Una cosa che faccio spesso con i miei alunni: stare 10 minuti in silenzio. Questo li mette spesso di fronte a se stessi. Esplode il corpo perché esplode lo spirito”.
Eppure il suo romanzo è stato descritto “trasgressivo”: “In questo momento in Italia la vera trasgressione è parlare del dolore, di Dio e di un insegnante a cui piace da morire il suo lavoro!”
“Perché accade tutto questo? Purtroppo nessuno ha le risposte. Quando hai paura è perché la realtà ti sta dando del tu. Ed io ho provato ad andare a prendere gli adolescenti dove sono”.
“L'adolescenza è la seconda fase della vita.”
“Pensiamo al latino, libertà deriva dal latino liber e significa figlio. E cattivo deriva dal latino e significa prigioniero. Forse alcuni adolescenti sono cattivi perché nessuno piange per loro.”
Alessandro pone domande che lasciano riflettere non solo gli adulti: “Ma noi li sogniamo i ragazzi?”
“L'amore romantico è stato l'inganno - spesso i ragazzi pensano: “Odio i miei genitori ma voglio quello che hanno loro”.
Credo che sia stata una vera e propria lezione di pedagogia, forse intrisa di psicologia e letteratura.
Un mix di materie che combaciano perfettamente.
“Tra i Griffin e la Disney io preferisco la realtà. Io uso la libertà per sognare nel quotidiano. Quando andrò in Paradiso non mi chiederanno quante copie hai venduto, bensì mi chiederanno «Ale sei stato felice?» che è sinonimo di «Quanto hai amato?»”.
Sempre con il suo tono anticonformista afferma: “Per educare non bisognerebbe guardare il TG”.
Quando qualcuno gli ha chiesto se la letteratura serve a vivere meglio, lui si è perso a parlare, a parlare, parlare, parlava di Dante, di Leopardi, di Pavese, parlava di questi grandi poeti e scrittori come se fossero stati suoi amici d'infanzia, non recitava, era vero, come del resto saprebbe fare solo un insegnante che ama il suo mestiere. Alessandro ama amare ed essere amato e per lui l'amore è pelle d'oca. Conclude Triani l'incontro dicendo: “D'Avenia è una metafora viva della vitalità, prenderla sul serio è l'ordine simbolico, l'educazione ha bisogno della vicinanza”.
L'autore fa una piccola parentesi: “Gli adolescenti vogliono incontrare adulti che non hanno fame di vivere”. Ricordo anche una frase di Bruzzone: “Abbiamo bisogno di sognarci”.
Ecco, di questo abbiamo bisogno, e tutti, bambini, adolescenti, adulti, dobbiamo sognarci! E dobbiamo farlo subito, a letto, nei sogni, ad occhi aperti, per strada, in macchina. L'importante è sognare con i piedi per terra, l'importante è sognare una vita realizzabile e irrealizzabile contemporaneamente, solo così si potrà folleggiare mentre si vive.
Alessandro è davvero una persona speciale, capace di tenere incontri con ragazzi di tutte le età, capace soprattutto di affascinare, cosa che al giorno d'oggi non è così semplice, capace di dare un volto e un nome al mestiere da scrittore, purtroppo al giorno d'oggi non apprezzato e riconosciuto abbastanza. Anche un non appassionato di letteratura e lettura sarebbe rimasto affascinato, solamente dal modo con cui parlava, sicuro e curioso pure lui. Perché nella vita si impara sempre qualcosa, tutti i giorni. Ed oggi io ho imparato che alcuni sogni, anche se sono difficili, con la volontà, con l'impegno e con la dedizione, si possono raggiungere. Oggi ho imparato che nella vita bisogna sempre buttarsi, lanciarsi, prima o poi cadremo su un campo sicuro. Ho imparato che si può sognare anche a 50 anni, chi lo vieta?! Ho imparato che c'è ancora tanta dolcezza nascosta nelle parti più segrete del mondo, negli angoli più bui, nelle biblioteche, nelle università, nelle scuole, nelle librerie, nei bar di periferia. Oggi ho imparato che Alessandro è il Sognatore del romanzo, inguaribile romantico, un cavaliere dell'oggi, un principe del Medioevo. Se Alessandro non fosse nato negli anni '80, sarebbe nato in qualsiasi altra epoca, nel 1300 per conversare con Dante, nel 1800 per parlare con Leopardi, nel 1900 per confrontarsi con Pavese, che lui crede uno dei pochi che ha capito i giovani. Magari in Italia esistessero scrittori come lui, capaci di emozionare e di colpire anche la critica. Ogni lettore, anche il più inesperto, avrebbe bisogno di un comunicatore e di un sognatore come D'Avenia. Un “in bocca al lupo” alla sua vita, ma anche alla nostra! Sogniamoci, ne abbiamo bisogno.

Valentina Barbieri

A Chiara

2° premio nazionale del concorso "O-Maggio Poetico"

"A Chiara"

Nelle calde giornate d'agosto
a gustare un po' d'ombra
sotto un albero centenario, vecchio
splende e risplende
la nostra giovane amicizia,
profumata di sole e leggerezza.
Splende e risplende
il tuo sorriso,
come silenziosa e vera musica,
splende il rumore della tua risata.

Chiara.
Tra tutti i soli, tu sei il più bello,
tra tutti i mari, sei il più cristallino,
tra tutte le pesche, tu sei la più matura,
la più dolce, la più gustosa.
Tra tutti i libri,
tu sei il nostro libro,
fatto di allegre e timide pagine,
la tua, la nostra storia.

Chiara.
Donna di cristallo,
donna di mistero,
donna di delicata riservatezza.
Raffinata stella solitaria
te ne stai con il profumo di rosa
e mentre dorme la tua tenerezza
noi proteggiamo la tua fragile
e immensamente dolce anima.

Tutto è nulla

Primo premio del concorso nazionale "Verseggiando" di Spoleto - Perugia

 TUTTO È NULLA

Piove.
Piove anche dentro la mia anima.
Sono terra calpestata,
luogo di mille tempeste.
Il silenzio parla troppo,
il tempo mi ruba molti perché,
e tu mi togli l'unica gemma di speranza.
Piove.
Sono morte che cammina,
sono affamata forse d'invisibilità,
belle illusioni, i miei progetti.
Uccido l'alba con le mie urla
ma tu non mi senti,
vivi in balia di un fantasma.
Piove.
Viviamo nello squallore dell'attualità,
morte, guerra, indifferenza.
Ma tra tutti i dolori,
il mio è cofanetto di tesori.
Sei il viaggio del mio piacere,
ricordi infrangibili che scorrono...
Piove.
E tutto è nulla...

Novembre

Primo premio del concorso nazionale “Pensieri in aria” di Brembate di Sopra (Bergamo)



NOVEMBRE

Novembre ha preso posto nei giardini,
nei parchi, sui cigli delle strade.
Già lo avvertivo nell'aria,
lo chiamavo, lo volevo
novembre è ora qui.
Lo guardo negli occhi
e mi perdo nella sua nebbia,
novembre ha un cuore tiepido,
freme dal forte vento.
Io lo accolgo
come vagabondo,
come nomade disperso,
come mendicante sparito
da strade troppo calde.
Novembre è un terremoto,
io lo inseguo e lo proteggo
è un silenzio solitario,
io lo curo, me ne innamoro.
Novembre è il vento del mattino,
il lento sbadiglio all'alba,
la leggera impronta tra le zolle,
novembre è un crepuscolo nascosto.

Donna

Primo premio nazionale del concorso “La forza nel femminile” di Venezia



 DONNA

Vive di ricordi infrangibili,
veste il fuoco della passione
osserva piano piano
gusta lentamente
ogni momento di vita.
Il suo ossigeno è
specchio di emozioni.
È femminile perché è delicata,
perché da sola cresce con eleganza
perché piange con fragilità
perché ama la sua dignità.

Settembre

Primo premio nazionale del concorso “Colori e parole” di Tavarnelle Val di Pesa (Fi)

Settembre

Ho camminato per le vie spoglie,
accompagnata solamente da foglie
e da un vento forse troppo distante.
Ho sentito il fresco sulla mia pelle
e l'aria di un altro profumo.
I miei respiri solo un bivio erano,
tra la realtà e l'incubo,
tra una ferita qui e là.
Osservavo l'entrata della mia scuola
come alunna dispersa
e cercavo la mia bicicletta,
la mia voglia persa di solarità.
Solo una pioggia come amica
e il sole un conoscente lontano.
Settembre ha bussato alle porte
ha chiesto l'umore della gente,
ha voluto la mia mano
la mia bocca d'amore.
Settembre è particolare,
mi ha abbandonato
poi cercato
e di nuovo lasciato.
Settembre è un vortice di calamita
è la mia danza infinita,
profumata di ombrelli e nudità.
Settembre è un corpo nuovo,
uno sfioro al destino,
ha perso l'amore
ha perso se stesso.
Settembre è chiuso nel palmo della mia mano
vuole lo scudo di agosto,
finge le sue mattine
e si nasconde dietro ad un inverno che nasce.

Amami

Opera Prima Classificata al Concorso Nazionale di poesia “8 marzo e non solo” di Reggello (FI)




AMAMI

Amami come il mare
si infrange sulle coste
e graffia l'anima della spuma.
Amami con onde calorose,
con follia e intensità.
Amami perché cambio,
non resto precisa e la stessa.
Sfiori il mio abisso e il mio soffitto.
Tocchi corde delicate,
pizzichi la mia pelle
poi mi culli in bilico.
Amami perché germoglio,
ama la mia ragione e il mio silenzio.
Ama il mio corpo nudo
perché io ho amato te
e ho reso nudo il tuo animo.
Ama la mia trasparenza,
i miei pianti segreti
le mie idee straniere.
Sento il rumore dei tuoi passi,
mi addormento dolcemente.
Amami con ombre ed estensione,
perché io ti ho amato,
ho amato le tue labbra, il tuo colore
le tue parole, i tuoi respiri.
Ho amato te e la sostanza che sei.
Perciò amami, in tutti gli angoli possibili.

Tempo

Premio speciale giovani del concorso nazionale di poesia “Violetta di Soragna”


TEMPO

Il tempo è mio nemico
ruba il significato
perde la ragione di vivere
e poi dorme.
In silenzio lo sveglio,
io voglio sorridere.
Voglio il suo odore
voglio il suo sapore
voglio la sua importanza.
Al buio
gli rubo fretta.

Dove sei?

Opera Prima Classificata al Concorso Nazionale di Poesia “Fiori d'Inverno” di Livorno


DOVE SEI?

Il sole entra nelle fessure delle finestre,
il suo riflesso è specchio dell'anima.
Ho trascorso secoli, cercandoti
cercandoti tra le stelle,
tra il mare e le foreste,
tra le verdi praterie
in mezzo ai fiori innamorati.
Cercavo la tua ombra
la tua piccola presenza,
cercavo giorno e dopo notte
paura della solitudine
interrogando le nuvole
di questo vuoto inspiegabile.
Cercavo le tue ali di farfalla
il tuo profumo di pesca rosea
il tuo colore cristallino
il tuo sapore di mattina
cercavo il rumore dei tuoi respiri
il suono della tua voce.
Ti ho cercato, cercato,
cercato in tutto il mondo
da destra a sinistra
dalle onde agli spigoli
dal mare al cielo.
Ti ho cercato perché volevo cercarti
ti ho cercato perché volevo trovarti,
ma non ti ho trovato.
Ho scoperto il tempo che tu hai
e le idee che tu pensi
e me ne sono andata, come bambina offesa.
Tu volevi il caldo
non conoscevi il freddo
odiavi il ghiaccio, amavi il fuoco
ma mi hai bruciato di gelida insensibilità.
Poiché ancora non ti conosco
ma so di te solo il tuo corpo
ti osservo da lontano
e ti fotografo come marinaio disperso.

Sono il tuo dolce pensiero

Opera Prima Classificata al concorso nazionale “Cavallari di Pizzoli” (AQ)




SONO IL TUO DOLCE PENSIERO

Impedirò ai no di venirmi incontro,
alle stelle di cadere senza i miei sguardi,
alla mia coscienza di ignorare i 'carpe diem',
al tempo di trascorrere così velocemente.
Ruberò le idee, i silenzi, le parole, la ragione.
Ti amerò e ti sognerò instancabilmente,
ti cercherò negli sguardi della gente
e poi ti dimenticherò col sorriso sulle labbra.
Le emozioni prenderanno il sopravvento
nel presente e lievemente se ne andranno,
lasciando quella soffice impronta
che mi piacerà accarezzare e baciare.
Sarà l'impronta del tuo profumo e dei nostri ricordi.
Sarà quel pizzico di follia
che coprirà il tempo e lo spazio senza annoiarmi.
Resterò sveglia per vagare nell'aria perduta,
come un'idea, come un pensiero
che cercherà l'esistenza.
Resterò il tuo pensiero fisso per giorni e giorni.
E tu sarai lì,
fermo nella tua scrivania
intento a cedere alla vita.
Sono la tua trappola.
Sono il bacio che hai sempre sognato,
sono la tua soddisfazione fisica e morale.
Sono la tua fissazione, la tua ossessione,
sono il tuo dolce e romantico pensiero.
Dare un valore al senso della parola,
la parola che descrive le emozioni che mi rubi,
è quasi impossibile.
Perciò ti osservo e ti rubo
i respiri che desideravi.
E silenziosamente me ne andrò dalla tua mente
lasciando una fievole orma sulle tue labbra,
aspettando che sia tu
a cercarmi...