lunedì 2 aprile 2012

Il blocco dello scrittore

Vi giuro che il famoso 'blocco dello scrittore' esiste, non è una fantasia.
Soggettivamente è quel periodo, tra poco più di un mese e due, dove le parole sembrano svanire nell'aria e nessun bel momento di vita riesce a darti la giusta ispirazione, non ci sono più le giuste canzoni su cui scrivere, le notti insonni piene di idee e progetti, la voglia di uscire, assaporare la vita, per poi descriverla.
Nessuna nota va bene, quella troppo corta, quella troppo lunga, quella inespressiva, quella troppo ricca di concetti diversi e quell'altra ancora tratta argomenti scontati.
La storia non va più bene perché non è a lieto fine e il pubblico si sa, non gode le tragedie (anche se la vita spesso non è una continua commedia).
Il lettore è un quieto spettatore che si vuole sedere al suo posto e osservare l'intero spettacolo, assaporando momenti simpatici, a tratti malinconici, che gli tolgono il fiato.
Al lettore non piace sedersi e costruirsi da solo la storia, piace gustarla e anche commentarla e criticarla; che è la parte che tutti preferiscono.
Peccato che stavolta il regista non ha pronto nessun copione, gli attori non si ricordano più le battute, i tecnici se ne sono andati e resta solo una luce accesa sul palco, vuoto. 
Non c'è nessun rumore, solo silenzio e il tempo che se ne va, anche lui alla ricerca di una nuova ispirazione.
Tranquilli, tra qualche settimana, il regista ritroverà in un cassetto di un comodino un copione scritto tempo fa, gli attori nel frattempo avranno studiato le parti, i tecnici avranno ripreso i lavori e lo spettacolo sarà pronto.
E anche un mio nuovo scritto. Forse. 

6 commenti:

  1. Assolutamente d'accordo.. la mia soluzione è avere tra le mani uno scritto surrealista in cui niente è ponderato.. scrivere senza sapere quale parola sostituirà quella precedente.. ci si sfoga da soli senza il bisogno di attori, luci e tecnici.. prima o poi si avrà il desiderio e la necessità di tornare a dirigere e creare... e... lo scritto surrealista tornerà ad essere riposto in un cassetto.. pronto a tornare in vita per donare un'altra ragionevole tregua dal blocco che, puntuale e incontrollabile, tornerà a colpire il regista
    ... Buona scrittura!! :)

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  2. è normalissimo. Poi ci sono quei periodi che invece non sai proprio dove appuntarle le parole.
    Una volta ho scritto sulle converse. Non chiedermi come...

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  3. I pensieri volanti sono quelli nati dalle ispirazioni migliori! ;)

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  4. La Poesia, la grande Poesia, prima d'essere carta e inchiostro e pagina e odore di tipografia, è ascolto. Umiltà e ascolto. Bisogna sapere ascoltare, le voci dei grandi del passato come le parole distratte e spesso sgrammaticate che si odono per la strada. Poeta, lo insegnava Rimbaud, è colui che ha un modo di sentire molto molto intenso, oltre il sentire comune. Poeta è chi si mette in ascolto della segreta intelaiatura del reale, chi coglie delle leggi di immaginazione e vita e verità. Se poeta è anzitutto chi sa ascoltare in questa maniera, allora non posso che consigliarti di metterti, con umiltà, in ascolto. Sia Keats, sia Rimbaud, o Villon o Petrarca, Quasimodo o Luzi.. o la signora per la strada, il mendico, il bambino..
    Ogni poeta vive la propria poesia sulla pelle, come un'ustione, un destino, una vocazione..

    Federico

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  5. Mi fa piacere che un piccolissimo pezzo dia il via a idee e commenti così preziosi. Grazie Federico, le tue parole sono da preservare e custodire. Ogni forma di poesia (purché sia VERA poesia) è un tesoro inestimabile.

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