domenica 13 maggio 2012

Salone internazionale del libro di Torino




Catapultarsi anche solo per un giorno in un mondo parallelo, non costruito, fatto di parole e discorsi importanti e utili alla vita di noi letterati e anche non. Espositori, stand, incontri, convegni, scrittori e giornalisti che fanno il loro lavoro in un Salone che racchiude per 5 giorni l’essenziale della parola libro. L’essenziale sta nel riconoscere l’unicità di questo evento. Ogni anno aspetto con ansia il programma e la preparazione del viaggio per Torino, appunto incontri che mi interessano e come pazza cacciatrice catturo prede di libri, di occasioni che solo in contesti come questo possono avvenire. 
In un’epoca in cui le parole vanno via via disperdendosi, dove ogni significato è uguale ad un altro, dove i veri lettori presi da attacchi di solitudine lasciano il percorso di Vero lettore, dove l’editoria cerca un affare e non uno scrittore. Sarebbe ora di mettere punto a questo mondo che sta cambiando, che non è più originale. È ora di capire quali sono i veri libri, scritti da menti geniali, rilegati in cartone, quelli che leggi tutto d’ un fiato e te li porti dentro, quelli che mentre li sfogli annusi il profumo della carta stampata, quel profumo che ti conduce subito in un universo a parte, quelle storie un po’ stravaganti, surreali, o quei saggi così grandiosi. E ritrovarsi al Salone, così, in mezzo a scrittori che sanno il loro mestiere, in mezzo alla stampa che li rincorre per strappare loro una domanda, in mezzo a telecamere, visitatori, lettori nati per caso o per passione innata, trovarsi nel proprio mondo anche solo per un giorno è ciò che ogni amante della parola dovrebbe fare. Indipendentemente dal genere preferito, che sia politica o cucina, poesie o storia, soffermarsi ad ascoltare una presentazione, un commento di un passante, comprendere che se ci fossero gli e-book tutto questo non esisterebbe più. Dopo aver gioito, dopo aver ascoltato convegni su convegni, dopo aver strappato qualche chiacchiera ad un giornalista, eccomi qui al ritorno verso casa, dove non esistono scrittori, dove non esistono Veri lettori, dove l’essenziale della parola è estranea a qualsiasi passante. E capire che per inseguire la parola non si può stare seduti a far niente, ma  occorre cercarla, inseguirla, senza paura, senza timore, perché la parola è lì ad aspettare te.